L’uccellagione con le reti, detta latinamente aucupio, è una attività vecchia di secoli e rappresenta uno dei vertici dell’abilità artigianale di chi la praticava. Le due forme più note da noi erano il roccolo (con le varianti della “tésa” o brescianella) e la “larga”: la prima con reti verticali fisse per gli uccelli che stanno sugli alberi, come tordi o fringuelli, la seconda con reti orizzontali mobili per quelli che stanno a terra, come allodole e sguizette.

Mentre il Roccolo è stato narrato ed esaltato persino da poeti, nel corso dei secoli, poca o punta attenzione è stata dedicata alla “larga” che invece aveva un posto di rilievo anche nel dialetto bresciano. Restano ancora oggi le tracce visibili dei roccoli, che spesso erano dei capolavori di architettura vegetale, mentre della “larga” non si trova più niente, forse anche perché le reti erano impiantate di anno in anno.

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